Google: i primi saranno i primi…
Da Milano – Quando si imposta una qualsiasi ricerca su Google (ma anche su altri motori) alcune pagine vengono elencate nei primi posti a dispetto di altre, le discriminanti che determinano tale elenco sono diverse, quello che è certo è che ha un’importanza strategica riuscire a far sì, specie se si tratta di società, che le pagine appaiano nei primissimi posti o quantomeno nelle prime dieci posizioni dei risultati di ricerca. Il motivo è ovvio: se un utente sta cercando, ad esempio, una casa in montagna, cliccherà sui primi 5 o 6 link proposti da Google e probabilmente troverà quanto gli basta per soddisfare la propria richiesta senza visionare i link, e quindi gli alberghi, delle pagine successive. Ergo chi sta davanti fa più affari.
Ma cerchiamo di capire, grazie anche al prezioso aiuto di Giorgia Longoni, Direttore Marketing Google Italia, come funziona il meccanismo di indicizzazione di Google, ovvero l’inserimento di un sito nel data base di un motore di ricerca e l’assegnazione della posizione.
Esistono due tipologie di risultati di ricerca in Google: quelli organici e quelli sponsorizzati. Le regole che determinano il posizionamento in un caso non sono le stesse che valgono nell’altro.
Per i risultati organici, infatti, l’unico strumento che determina il posizionamento è l’algoritmo matematico che è alla base del motore di ricerca di Google; un algoritmo e che si occupa di indicizzare tutti i siti web esistenti in rete e, di conseguenza, i loro contenuti.
In base all’indicizzazione viene stabilito un ranking che determina la posizione di un determinato sito nei risultati di ricerca presentati dal motore agli utenti che lo hanno interrogato. Per Google, la rilevanza costituisce l’elemento fondamentale alla base del processo di ranking; infatti, maggiore è la rilevanza tra i contenuti di un certo sito web e i termini indicati dagli utenti nel corso delle loro ricerche, tanto più alte saranno le possibilità di vedere apparire quel determinato sito web in cima alla lista dei risultati di ricerca.
Al contempo il sistema di indicizzazione automatico di Google tiene conto di una serie di fattori che lo portano ad analizzare il contenuto di un sito nel suo insieme, ponendo in grande considerazione anche il contesto nel quale le singole parole che compongono un contenuto sono inserite. Il concetto di democratizzazione delle informazioni, che sta alla base della filosofia Google, fa sì che un sito, per salire in ranking, debba dimostrare di essere ritenuto interessante dalla comunità dei navigatori.
Quando un sito presenta numerosi link da parte di news, blog e altri siti, avrà maggiori possibilità di salire in graduatoria rispetto a chi non ha saputo creare un simile interesse.
Tenere costantemente aggiornato il contenuto di un sito rappresenta oggi un passaggio obbligato per incrementare la proprio visibilità su Google.
Vi sono poi altri accorgimenti che possono aiutare i webmaster a favorire l’indicizzazione del proprio sito e il conseguente posizionamento tra i risultati di ricerca.
Tra i canali preferenziali utilizzati da Google per assistere i webmaster in questo compito vi sono il Gruppo di Assistenza per Webmaster (http://groups.google.com/group/Google_Webmaster_Help-it?pli=1) e la serie di post dedicati alla community di webmaster all’interno del blog di Google Italia (www.googleitalia.blogspot.com) con video tutorial e consigli pratici:
http://googleitalia.blogspot.com/2008/09/strumenti-per-webmaster-da-oggi-anche.html
http://googleitalia.blogspot.com/2008/10/strumenti-per-webmaster-live-il-secondo.html
http://googleitalia.blogspot.com/2008/11/terzo-appuntamento-con-gli-strumenti.html
Ai link organici le aziende possono associare anche quelli sponsorizzati, dove il posizionamento è determinato in modo più attivo. I link sponsorizzati non sono frutto di un’indicizzazione dinamica, come nel caso dei risultati organici, e permettono quindi maggiore controllo in termini di visibilità e posizionamento, oltre che mettere in contatto la domanda di informazione espressa dagli utenti, con l’offerta informativa, di prodotti e servizi garantita dalle aziende.
Tornando all’algoritmo che controlla l’indicizzazione delle pagine su Google, esso è stato battezzato Page Rank (Rango della pagina) ed è stato brevettato dalla Stanford University da Larry Page e Sergey Brin, (i fondatori di Google).
La barra del Page Rank è divisa in 11 diversi livelli (dallo zero al dieci).
Per sapere qual è il page rank di un sito ci sono diversi modi, uno dei più rapidi è andare alla pagina www.sitepagerank.net, inserire l’indirizzo del sito e cliccare su Get Rank. Una barra verde accompagnata da un numero evidenzierà il “Rango della pagina”. Nel caso del sito de ilGiornale è: 7.
Un altro modo è installare la Google Toolbar 5, quindi fare clic sull’icona della chiave inglese, selezionare la scheda Strumenti e spuntare la casella PageRank, il relativo indicatore sarà sempre visibile nella Toolbar e il suo livello cambierà in funzione della pagina visualizzata nel Browser.