Guidare col pensiero
Da Milano – Molti dei quarantenni di oggi quando erano piccoli probabilmente si immaginavano che il 2000 sarebbe stato popolato di apparecchi fantascientifici, come auto in grado di volare e di essere guidate automaticamente.
In realtà la tecnologia sì è evoluta in direzioni diverse, tuttavia il sogno di un mezzo da guidare col pensiero rimane un po’ in cima alla lista delle innovazioni che vorremmo vedere.
Toyota in qualche modo cerca già da oggi di incarnare questo sogno presentando un prototipo di dispositivo che consente alle persone disabili di guidare una carrozzina con il solo pensiero.
Si tratta di una nuova interfaccia cervello-macchina che consente di guidare una sedia a rotelle con l’uso di onde cerebrali. Non c’è alcun bisogno di impianti o di chirurgia, è sufficiente che la persona indossi una sorta piccolo berretto a cui sono applicati dei sensori come quelli utilizzati per l’encefalogramma. A questo punto basta che pensi semplicemente di fare svoltare la sedia a rotelle a sinistra o destra e i segnali elettrici generati vengono letti da un nuovo programma per computer che trasforma i pensieri in azione. Fantastico.
Toyota ha utilizzato la stessa tecnologia per cercare di guidare un robot umanoide e indicargli di recarsi in un luogo, raccogliere un oggetto e restituirlo.
Si tratta evidentemente di una fase di sperimentazione che potrebbe impegnare i prossimi 10 anni prima di essere messa in produzione su vasta scala, però le implicazioni che potrebbe avere sulla vita di tutti i giorni sono davvero suggestive.