I segreti della aste al ribasso
Da Milano – Le aste al ribasso sono un curioso fenomeno che si è diffuso, in modo molto rapido, qualche anno fa e che sembra non conoscere crisi. Il meccanismo è semplice, chi fa l’offerta unica più bassa si aggiudica il bene messo all’asta. Quindi, ad esempio, se un utente punta 4,25 euro per un Televisore LCD e la sua è l’offerta più bassa, finisce per aggiudicarselo, se un altro utente offre anch’esso 4,25 euro l’offerta non è più vincente perché non è unica, quindi vincerà, magari, l’offerta di 4,26 euro ammesso che rimanga univoca e non sia proposta da più utenti. Se non esistono puntate univoche, vince quella più bassa in ordine cronologico. L’utente nel momento in cui punta sa se la sua offerta in quel momento è vincente.
Dov’è il trucco? In realtà non si tratta di un trucco vero e proprio, ma di un meccanismo che finisce per privilegiare il gestore, come accade in qualsiasi gioco d’azzardo. Chi punta deve investire per ogni offerta dei crediti (che vanno comunque acquistati) o una cifra che va da pochi centesimi a qualche euro. Maggiore è la quantità di offerte coperte, più probabilità si hanno di vincere e, naturalmente, più si spende.
Analizzando i report delle aste chiuse di uno dei tanti siti on-line, www.bidking.it, si legge che un iPhone 3Gs White, telefono ambitissimo, è stato venduto a 1,01 euro, l’offerta unica più bassa. Considerando che di listino ne costa 599, è davvero un buon affare. Per capire quanto il gestore ha guadagnato, basta evidenziare la lunga colonna delle puntate e copiarla in un foglio in excel.
Le offerte (o puntate, come preferite) dell’asta presa come esempio sono state 412 a 2 euro l’una. Quindi il gestore ha guadagnato in questo caso 824 euro. Davvero niente male.
Le 412 offerte si sono concentrate su 254 combinazioni di euro/centesimi, quindi le possibilità di vincere con una singola offerta in questo caso erano lo 0,39%. Un po’ basse, ma non scandalose se si pensa che nel gioco del Lotto la puntata per”ambo secco”, giocando due numeri su una sola ruota, concede una percentuale di vittoria dello 0,25%.
Questo vuol dire che le aste al ribasso non sono comunque un truffa, il problema semmai è che, per diversi motivi, le probabilità di vittoria non sono così alte come ci si potrebbe immaginare.
Uno dei motivi più evidenti è la presenza di giocatori professionisti che coprono un’ampia gamma di offerte spendendo cifre considerevoli e puntando all’ultimo momento, in modo che le loro offerte non possano essere annullate da quelle di pari valore di altri utenti. Tornando al nostro esempio, considerando che il l’Phone 3Gs costa 599 euro, investendo la metà, 300 euro, si possono effettuare 150 offerte con una possibilità di vincita del 59,05% calcolata però su tutte le offerte. Un frequentatore d’aste professionista eviterà con accuratezza di effettuare le offerte più basse, perché sono quelle che fanno tutti e finiscono per annullarsi le une con le altre. Se, sempre nel nostro caso, effettuerà le sue offerte coprendo tutte le combinazioni tra 1 e 3 euro, le sue probabilità di vincita saliranno al 75%.
Insomma, è pur sempre un calcolo matematico, non c’è imbroglio.
Per chi volesse comunque cimentarsi nella aste al ribasso si può cercare di dare qualche consiglio.
Come prima cosa c’è un rapporto inversamente proporzionale tra il valore dell’oggetto e le possibilità di vincerlo. I giocatori professionisti si concentrano si oggetti di valore e trascurano magari il lettore MP3 giudicato poco interessante e proprio questo è uno degli oggetti su cui si possono avere più probabilità di vittoria.
Secondo una statistica i partecipanti alle aste tendono a fare offerte con numeri dispari, quelle pari hanno quindi più possibilità di vincere.
Inoltre, vale la pena di evitare le offerte eccessivamente basse, di pochi centesimi: le fanno tutti, finiranno quasi certamente per essere annullate da offerte dello stesso importo.