L’avvocato in task
Da Milano – Alzi la mano chi ha letto almeno una volta i Termini di utilizzo (TOS: Terms of Service) al momento dell’iscrizione in siti interattivi o social network, come Facebook.
Probabilmente pochi. In realtà i termini di utilizzo sono dei veri e propri contratti studiati nei minimi dettagli per tutelare da ogni rischio l’azienda che fornisce il servizio e, già che ci sono, per cercare di procurarle anche qualche vantaggio. Dietro ci sono studi legali specializzati nel settore che si dibattono tra clausole e codicilli per cercare di ottenere un testo a “prova di bomba” che li tuteli da tutto e tutti. Dall’altra parte c’è l’utente…
Appare evidente la disparità di mezzi messi in campo, tanto più che l’utente, anche quando voglia in qualche modo tutelarsi e legga i termini di utilizzo prima di sottoscriverli, spesso viene in qualche modo raggirato. Infatti, tali termini di utilizzo vengono a volte cambiati senza che l’utente sia informato.
Ad esempio, qualche tempo fa Facebook aveva modificato ad insaputa degli utenti i suoi TOS introducendo una serie di clausole per cui tutto il materiale inserito nel social network dagli utenti poteva essere liberamente utilizzato, in virtù di una sorta di licenza gratuita perpetua, dai proprietari del sito anche per finalità commerciali e promozionali.
E’ un po’ come se qualcuno vi desse un box da utilizzare gratuitamente per sistemare la vostra auto e dopo qualche tempo scopriste che tra le clausole è previsto che possa utilizzare gratuitamente qualsiasi cosa trovi all’interno del box, la vostra auto inclusa. E’ seccante.
Per la cronaca il tentativo di cambiamento di TOS da pare di Facebook è stato scoperto e sventato da una specie di sommossa popolare, tanto che il famoso sito di social network è stato costretto in fretta e furia a ripristinare i vecchi termini di utilizzo.
Dove vogliamo andare parare? Semplice. Da oggi esiste uno strumento che consente al povero utente di essere avvertito di tutti i cambiamenti di termini di utilizzo effettuati anche a sua insaputa dai principali siti mondiali; Google, Facebook, Ebay, ecc… Ovvero quelli in cui si concentrano per popolarità un gran numero di utenti.
Il funzionamento è semplice basta andare all’indirizzo www.tosback.org (creato da Electronic Frontier Foundation – EFF) e in prima pagina vengono evidenziati con tanto di icona che rende facilmente riconoscibile il sito di riferimento, le modifiche dei TOS. Basta cliccare e varrà proposto, con tanto di evidenziazione, il vecchio testo e il nuovo testo, così che l’utente possa comodamente raffrontarlo. E’ un po’ come avere un avvocato in tasca o, per rimanere in termini informatici, in task.
Certo c’è chi potrà dire: “Ma di che cosa vi lamentate in fondo sono servizi gratuiti, cosa volete di più?”. Sbagliato, di gratuito in internet, come nella vita, c’è ben poco. Gli utenti che si affiliano sono una ricchezza per i siti, hanno un enorme valore commerciale, servono per farne aumentare la popolarità e, quindi, la ricchezza raggiungibile attraverso diversi canali (pubblicità, utilizzo dei dati registrati, ecc). E’ quindi lecito attendersi un comportamento trasparente da parte di queste società, in fondo è come sempre un rapporto di dare e avere.