Applicazioni su Apple Store: è tutto oro quello che luccica?
Da Milano – In genere quando si scrivono articoli sulle potenzialità di vendita su Apple Store, per quanto concerne applicazioni iPhone/iPad, si tende un po’ a parlare per slogan, per sentito dire, azzardando anche qualche massima che non va mai male tipo: per vendere molto bisogna garantirsi una buona visibilità sul mercato (letta su un libro), considerazione che può andare benissimo anche per un bancarella di ortaggi del mercato comunale. Meglio ti posizioni lungo la strada, più passaggio di potenziali clienti avrai.
Quindi, il rischio è di banalizzare troppo l’argomento. Pensiamo di fare cosa gradita parlandovi invece di una nostra esperienza reale che ha avuto anche un buon successo di vendite su Apple Store e di paragonare i due market, quello dedicato all’iPad e quello per iPhone.
Il nostro “caso di mercato” riguarda una mini applicazione che abbiamo sviluppato per iPhone: 30diete, tutt’ora nelle prime posizioni della categoria Salute e Benessere.
30diete fa esattamente quello che dice, sono 30diete classificate per genere con uno strumento per il calcolo automatico del peso ideale. Lo sviluppo ha richiesto circa una settimana e l’applicazione, al suo lancio, ha conquistato il quarto posto assoluto nella classifica generale dell’Apple Store Italia.
Il quarto posto assoluto, il punto più alto, è coinciso con 500 copie vendute nello stesso giorno. Successivamente, l’applicazione ha stazionato per qualche giorno nelle posizioni dalla quinta alla decima vendendo dalle 200 alle 300 copie al giorno. Nel momento in cui è uscita dalla top 10 le vendite sono drasticamente diminuite. Il primo posto della categoria Salute e Benessere, detenuto ancora per qualche tempo, ha determinato vendite intorno ai 30 pezzi. Le successive quattro posizioni della stessa categoria garantiscono, invece, 10-20 pezzi venduti al giorno.
Per curiosità abbiamo provato a localizzare in inglese l’applicazione e distribuirla sullo Store Americano, ma non ha dato risultati esaltanti.
Per ulteriore prova abbiamo portato la stessa applicazione su iPad (30dietefacili) con risultati sorprendenti (in negativo). L’applicazione ha raggiunto il primo posto della categoria Salute e Benessere (si parla sempre di Apple Store Italia) e il diciottesimo assoluto. Risultato? 50 copie vendute. Con 5 copie vendute al giorno mantiene stabilmente la terza-quarta posizione della categoria Salute e Benessere.
Per ulteriore prova abbiamo localizzato la stessa applicazione in inglese. 30easydiets (cosi si chiama) raggiungendo i primi dieci posti delle categorie Healthcare & Fitness di Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna. In questo caso la posizione ha coinciso con una vendita di circa 20 copie giornaliere negli Stati Uniti e 6/8 in Gran Bretagna e Australia.
Il prezzo di vendita prescelto per tutte le versioni è di 0,79 euro (praticamente in tier 1). Con questa fascia di prezzo ci si garantisce un guadagno di 0,48 euro a copia venduta (il resto se lo prende Apple).
Complessivamente abbiamo venduto circa 4.000 copie delle 30diete declinate nelle varie versioni con un guadagno di circa 2.000 euro (stimato perché abbiamo solo i report di maggio). Non è male, considerando che il lavoro investito è stato di circa 7 giorni in totale per tutte le versioni. Però sorge una domanda: vale la pena di sviluppare applicazioni che richiedono uno o due mesi di sviluppo? Oppure: se vi fissate un punto di pareggio intorno ai 5.000 euro (calcolando il tempo e le risorse impiegate nello sviluppo) riuscirete mai a raggiungerlo? Purtroppo le dinamiche dell’Apple Store sono così complesse da non garantire una risposta univoca. 30diete ha funzionato abbastanza, altre applicazioni sviluppate con più tempo e pubblicizzate con gli stessi canali non hanno venduto altrettanto. Le variabili sono davvero molte: la grafica dell’icona, la descrizione, la stagionalità, la pubblicità, sono tutti elementi che possono influire positivamente ma che non sempre rendono gli stessi risultati. Parlando poi di iPad il rischio è ancora più evidente: apparentemente non esiste un mercato tale da coprire i costi di sviluppo nella maggior parte dei casi. Quindi sviluppare è molto rischioso. Del resto non sarà un caso se esistono già tante società disposte a sviluppare per terzi e meno per se stesse. E’ un po’ come la storia delle guide che insegnano un metodo infallibile per vincere al Superenalotto, se davvero ci fosse un metodo infallibile l’autore non avvertirebbe la necessità di arrotondare le proprio entrate con un libro, ma si concentrerebbe sul gioco.