Dopo il peer-to-peer è l’ora del friends-to-friends
Da Milano – Siamo abituati a considerare il peer-to-peer un’attività ai limiti della legalità condotta quotidianamente a rischio continuo di essere spiati, da software o persone. Esiste però uno strumento opensource in grado di garantire un canale riservato pur adottando la medesima tecnologia che si chiama Retroshare.
Lo scopo per il quale è stato creato questo strumento è quello di poter scambiare in modo sicuro informazioni (chat, documenti, materiale multimediale) con un’interfaccia che ricorda molto da vicino Limewire. E data la sua natura opensource, è in grado di girare sulle principali piattaforme (Linux, Mac, Windows).
Architettura
Retroshare è in grado di realizzare reti peer-to-peer per lo scambio di file in maniera completamente decentralizzata (quindi senza il bisogno di avere dei server che coordinano il traffico o gestiscono le prime connessioni). Infatti, dopo aver installato il programma, è possibile scambiare dati solo con amici (o collaboratori) fidati, verso i quali siamo garantiti dalla sicurezza di una VPN (Virtual Private Network, un canale privato cifrato). Si parla in questi casi quindi di una rete friends-to-friends (F2F) perché è fondamentale aggiungere al proprio network solo gli amici che conosciamo davvero. Questo permette di ottenere dei routing molto semplici ed efficienti che sono inoltre sicuri.
Nonostante la protezione applicata al canale tramite OpenSSL, la velocità di trasferimento non ne viene penalizzata ed è possibile gestire upload e download simultanei in parallelo con l’assicurazione dell’integrità dei dati e con prestazioni comparabili alla rete Torrent. E’ evidente poi che un canale protetto e comunicazioni fidate, restano nascoste anche a eventuali controlli eseguiti dai provider, garantendo una completa privacy sulle informazioni scambiate.
L’installazione di Retroshare è semplicissima: al canonico setup si aggiunge solo lo step ulteriore di generare delle chiavi che verranno utilizzate per criptare i canali VPN con i nostri amici tramite il software GnuPG.
Poi una volta configurato Retroshare (il tool supporta i moderni UPnP e il port-forwarding tramite NAT-PMP, rendendola molto semplice) dovremo aggiungere i nostri amici tramite la loro chiave pubblica GnuPG e potremo quindi scambiare file, aprire chat o discutere in forum tutti gestiti all’interno del network cifrato. Nelle ricerche successive effettuate per ricercare il materiale condiviso con i nostri amici verrà utilizzato Kadc, una libreria in C che permette di sfruttare la rete Kademlia, già in uso da tempo su eMule.
Retroshare supporta anche i plugin e per ottimizzare lo scambio dei file è stata implementata una modalità di indicizzazione dei file che permette di eseguire ricerche anche quando i propri amici non sono online quando lo siamo noi.
Sviluppi in corso
Dato che Retroshare è un progetto opensource relativamente giovane, molti sviluppatori stanno lavorando alle diverse caratteristiche e problematiche introdotte da questo nuovo concetto di scambio file.
Utilizzare una rete completamente decentralizzata porta con sé problemi di sincronizzazione ad esempio se pensiamo alla chat in cui partecipano più utenti (chatroom) e i messaggi di ciascuno viaggiano in broadcast per raggiungere tutti gli utenti (nodi). Ancora più complicato se pensiamo che la community vuole gestire oltre alle chat testuali anche le videochat.
Questo porta però anche a ipotizzare che Retroshare evolva verso una piattaforma più interessante in cui si può benissimo realizzare uno streaming video (che sia live oppure on-demand) dei contenuti e un team si sta occupando proprio di queste caratteristiche.
Inoltre se pensiamo di utilizzare Retroshare con gli amici e con i colleghi, avremo sicuramente del materiale che possiamo condividere con tutti, ma ovviamente non vogliamo condividere documenti di lavoro con gli amici o video privati con i colleghi. Sono quindi in sviluppo i gruppi che permetteranno di realizzare delle sotto-reti private nelle quali stabilire quali contenuti andremo a condividere, con chi e con quali permessi.
Altri sviluppi riguardano l’aspetto “social” di Retroshare, in particolare:
• la condivisione di foto e album (con tanto di preview, possibilità di commentare e votare le singole foto, etichettare quelle più importanti… )
• l’indicizzazione dei file musicali gestiti come gallerie che possono essere ascoltati in remoto (streaming audio)
• la gestione di una bacheca personale (Wall) sul modello di Facebook, dove gli amici possono scrivere commenti liberamente
oltre ovviamente a migliorare le caratteristiche già presenti con attenzione sempre maggiore alla sicurezza e riservatezza.
Chiunque può entrare a far parte di uno dei team all’opera per il software forse più interessante degli ultimi tempi per quanto riguarda il file-sharing. Per chi fosse veramente interessato, per avere tutti gli approfondimenti consigliamo di andare a visitare il wiki ufficiale per gli sviluppatori (http://retroshare.sourceforge.net/wiki/index.php/Developers_Corner) di Retroshare.