Nonostante le minacce di Google, la Cina continua per la sua strada
Da Milano – Dopo che ieri Google ha minacciato di chiudere il sito Web in cinese google.cn e i propri uffici in Cina a causa dei numerosi attacchi al web provenienti dalla Cina e volti a reprimere i dissidenti cinesi che utilizzano il suo servizio Gmail, la Cina ha risposto dicendo alle aziende che devono sostenere il controllo dello Stato su Internet.
La chiusura della Cina e le parole del ministro dell’Ufficio Informazione del Consiglio di Stato, Wang Chen che ha affermato che pornografia online e frodi rappresentano una minaccia e che i media devono contribuire guidare l’opinione pubblica in Cina, potrebbero alimentare e far crescere le tensioni già esistenti tra il paese e gli Stati Uniti.
Il governo cinese ha dichiarato di condannare qualsiasi tipo di attacco da parte di hacker di cui per altro anche la Cina è stata vittima. Tuttavia numerosi giornalisti e dissidenti cinesi sarebbero caduti nella rete del cosiddetto “phishing” ovvero infettati da una mail che pur avendo all’apparenza un mittente noto, contiene un virus che se cliccato è in grado di infettare il computer o carpire delle informazioni importanti.
Inoltre sia Google che un’altra trentina di aziende sarebbero state vittime di attacchi partiti dalla Cina che avrebbero sfruttato la vulnerabilità dei famosi software Adobe Acrobate o Adobe Reader
e in tal proposito il segretario statunitense al commercio Gary Locke avrebbe invitato la Cina a garantire un ambiente commerciale “sicuro” per le aziende statunitensi.