Una botnet per vendicare Assange
Da Milano – V come vendetta. I richiami al film cult sono tutt’altro che casuali, sia per le trame socio-politiche contenute, sia per l’iconografia a cui si è attinto a piene mani per l’attività di propaganda volta a lanciare l’offensiva per vendicare Julian Assange, l’ideatore si Wikileaks, in arresto a Londra dopo essersi consegnato volontariamente a Scotland Yard.
Il sito Wikileaks.org, per fare un piccolo passo indietro, è stato nelle settimane scorse, come molti sanno, al centro della diffusione di documenti scottanti che hanno scosso profondamente il mondo, non solo quello politico.
Ora che Assange, l’anarchico, è in carcere, i suoi sostenitori hanno scatenato la rappresaglia nel modo più semplice possibile, creando una enorme botnet a cui ciascun utente può volontariamente aderire e da cui fare partire milioni di richieste in grado di paralizzare qualsiasi sito. Si tratta in buona sostanza di un attacco di tipo denial of service, tanto più efficace quanto più nutrita risulta essere la rete di computer implicati.
Tra le vittime di questi giorni i siti di Mastercard e Paypal che sono risultati irraggiungibili per diverse ore prima di essere ripristinati.
Insomma sembra che sia iniziata una vera e propria “guerra digitale” e che sia solo agli inizi.