Liberalizzazione dei domini Internet: reale opportunità di business per le aziende?

Posted On 14 Giu 2012
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claudio-corbetta-ad-gruppo-dadaDa FirenzeLa lista degli applicant per la registrazione dei nuovi domini ad estensione generica resa nota ieri da parte dell’ICANN, conferma alcune previsioni e apre la porta a nuovi interrogativi sui reali benefici derivanti dalle nuove estensioni, in particolare relativamente ai soggetti che si aggiudicheranno effettivamente la nuova fetta di spazio disponibile in Rete.
Le richieste di registrazione di nuovi domini pubblicate dall’organismo internazionale – 1.930 – sono pervenute da 60 Paesi nel mondo, in particolare per circa il 47% dal Nord America, seguito dall’Europa per il 35%, Asia per il 16% ed il resto da America Latina e Africa; circa 120 sono state le richieste in alfabeti non latini come l’arabo, il cinese e il cirillico.
Per quanto riguarda l’Italia, sono circa 20 le application pervenute da 8 aziende: una decina da Fiat per i principali brand del Gruppo (tra cui, oltre a Fiat, Ferrari, Maserati, Lancia, Alfa Romeo e Iveco), anche Gucci, BNL e Praxi hanno richiesto la registrazione del proprio brand.
A fronte dell’alto numero di richieste la stragrande maggioranza è rappresentata da marchi ben noti nel panorama internazionale: accanto ai grandi nomi come Google e Amazon, di cui già era trapelata notizia e che complessivamente hanno richiesto circa 180 estensioni, si sono aggiunti brand di vari settori quali Microsoft, L’Oreal, McDonald’s, Canon, DHL, Walmart, Sony, Samsung, Toyota e molti altri, a conferma delle previsioni secondo cui ai primi posti nelle richieste per i nuovi domini sarebbero stati presenti i grandi marchi.
Fra le estensioni geografiche sono state presentate richieste di registrazione per le principali città al mondo tra cui New York, Miami, Boston, Sidney, Mosca, Tokyo ed in Europa Londra, Parigi, Madrid, Amsterdam e Roma.

Interessante il caso di alcune estensioni generiche richieste da molteplici soggetti quali ad esempio .app (la prima in termini assoluti con 13 richieste), .you, .shop, .book, .music, .movie, .store, .mail, per cui sono state fatte application, tra gli altri, da parte di Google e Amazon. Le richieste multiple saranno oggetto di asta fra tutti i contendenti che saranno giudicati idonei da ICANN puramente in base a predeterminati requisiti tecnici e finanziari.
Nel “periodo cuscinetto” che dovrebbe estendersi fino alla fine dell’anno in corso, ci sarà modo di riflettere su diversi aspetti legati ai vantaggi e ai rischi dei nuovi gTLD.
L’iniziativa, nata con l’obiettivo di dare nuovo sprint alla creatività e alla competitività su Internet che oggi vede oltre 300 Top Level Domain disponibili, se da un lato ha suscitato grande interesse poiché potrebbe aprire nuove opportunità a vantaggio sia delle aziende che degli utenti finali, dall’altro ha destato nuove preoccupazioni nei grandi marchi che temono l’avvento di nuovi potenziali pericoli per la tutela del proprio brand.
Il fronte delle perplessità si amplia man mano che ci si allontana dalla realtà dei grandi marchi per avvicinarsi al mondo delle PMI, sulle quali influisce maggiormente il fattore economico. Si pone, ad esempio, il problema dell’indicizzazione delle nuove estensioni, sollevato in tempi recenti anche dalla stessa Google secondo cui, se da un lato la registrazione del proprio brand garantirebbe il totale controllo del proprio marchio, dall’altro non assicurerebbe immediata visibilità nei motori di ricerca rispetto al classico .com, che vanta oggi una posizione dominante rispetto a tutte le estensioni esistenti, potendo rappresentare un enorme sforzo economico e di risorse, poco fruttifero in futuro per la conquista di nuovi utenti.
Claudio Corbetta, Amministratore Delegato, Gruppo Dada, ha commentato: “L’incognita più grande è sempre quella legata alla risposta del consumatore, ancora portato a prediligere un dominio nazionale o un .com per la maggior parte delle ricerche: nel breve periodo bisogna realisticamente considerare che un ristretto numero di nuove estensioni potrebbero catturarne l’attenzione mentre altre saranno destinate a rimanere inosservate, rendendo meno efficace l’investimento. Il dato positivo al momento è che l’avvento dei nuovi gTLD potrà generare competizione e nuovo fermento sulla Rete“.

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