Outward : la recensione
da Milano – Quando si avvia per la prima volta un gioco, si spera sempre di esserne rapiti. Una speranza molto comprensibile che non sempre accade. Sia che si tratti di titoli Indie, sia che si tratti di titoli a tripla A. Outward è il gioco che
oggi andremo a recensire. Sviluppato da Nine Dots Studio e disponibile per PS4, Xbox One, Stadia e PC tramite Steam che al posto di 39,99 Euro nel momento in cui scrivo è in forte sconto e lo trovate alla bellezza di 11,99 Euro. Di primo impatto il gioco presenta una veste grafica leggermente sottotono, questo potrebbe spaventare l’utente che abituato alla grafica “pompata” snobberebbe subito l’idea di acquistarlo. Ricordatevi che l’anima del videogioco non è la grafica, ma le emozioni che sa regalare. Infatti appena avviata la partita con i nostri sottotitoli in Italiano, andiamo a scoprire una vera e propria perla da possedere a tutti i costi. Dopo aver svolto le classiche azioni della personalizzazione del nostro personaggio, la trama ci farà metterà subito un grosso peso emotivo sulle spalle. Tornati dalla spedizione sfortunata in mare, gli abitanti del villaggio ci danno un’ultimatum. Abbiamo cinque giorni di tempo per saldare un debito della nostra famiglia, oppure il faro di nostra proprietà verrà perduto. Ora dobbiamo letteralmente saperci arrangiare. Nessun aiuto, nessun suggerimento tutto viene lasciato in mano al giocatore. Sicuramente se amate questi titoli e avete giocato a Skyrim, non sarete spaesati. Con lo zaino in spalla che funge da inventario dovremo sopravvivere badando ai fabbisogni primari come fame, sete e stanchezza ma allo stesso tempo dovremo esplorare dei grossi e temibili dungeon ! Attenzione però non esiste una vera mappa dove troverete delle icone di missione. Gli sviluppatori hanno lasciato tutto alla scoperta del giocatore. Quindi il mio consiglio è quello di parlare con qualsiasi abitante o straniero che incontrerete. In questo modo avrete la certezza di proseguire correttamente nella trama. Il sistema survival non va preso alla leggera. Partendo dal presupposto che sostare sotto la pioggia vi causerà il raffreddore. Mangiare delle pietanze non commestibili vi causerà problemi di stomaco, sono tutti elementi che portano al giocatore una certa attenzione al personaggio, in quanto il sistema di survival è più reale che mai. Stesso discorso vale per il sistema di creazione ( crafting ). Raccogliete tutto ciò che trovate e datevi alla creazione di : oggetti, armi e pozioni che risulteranno molto fondamentali. In sostanza la trama nel corso delle esplorazione delle varie macroaree, verra messa in secondo piano. Sarete molto concentrati a esplorare e sopravvivere. Ricordatevi di non prendere nulla sottogamba. L’accampamento ad esempio è fondamentale per ripristinare stanchezza ed energia. Ricordatevi però di avere dei piccoli risvegli come turni di guardia, perché potreste essere derubati di tutto ciò che avete creato. Oltre a questo, sappiate che in questo gioco NON si muore mai, al massimo sveniamo e ci troviamo magari dispersi in punti lontani dalla nostra casa, privi di ogni arma o materiale da noi ottenuto. In conclusione Outward è un titolo geniale, unire un GDR con il survivial lo rende originale e divertente. Senza contare la possibilità di giocare questa esperienza in co-op locale oppure online con un’amico. Certamente la grafica non è il massimo, anche se riesce a regalare un buon design dell’intera area con colori molto belli, ma come ho scritto all’inizio, quando un gioco sa regalare delle emozioni positive, l’estetica passa in secondo piano. Se amate i GDR e siete favorevoli alle novità, Outward farà al caso vostro. Vi lasciamo alla nostra video recensione!
Voto . 8